Convegno Internazionale "Quella scandalosa scatoletta di Piero Manzoni - Merda d’artista (1961)"

ON MERDA D’ARTISTA
Università di Verona

Merda d'artista: all’Università di Verona il primo convegno internazionale sulla controversa opera di Piero Manzoni del 1961

In occasione del sessantesimo anniversario della morte dell’artista Piero Manzoni (Soncino 1933-Milano 1963), il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, con la fondamentale collaborazione della Fondazione Piero Manzoni, organizza un convegno internazionale che si svolgerà venerdì 10 dalle 9.15 alle 18 e sabato 11 marzo dalle 9.30 alle 12.30, nell’aula T1 del polo didattico Giorgio Zanotto in viale Università 4.

Il convegno è dedicato a una delle opere più conosciute e allo stesso tempo controverse e fraintese non soltanto della produzione di Manzoni ma della stessa Storia dell’arte del secondo Novecento. Merda d’artista venne infatti realizzata dall’artista nel maggio 1961: novanta scatolette di latta recanti sull’etichetta, stampata in quattro lingue (italiano, tedesco, francese e inglese), le informazioni sullo sgradevole contenuto: “Merda d’artista, contenuto netto 30 grammi, conservata al naturale”. 

La fortuna di quest’opera è stata per molti versi paradossale: inizialmente quasi ignorata o stigmatizzata dalla critica, il suo messaggio polivalente e stratificato si è riverberato soprattutto fra le più giovani generazioni di artisti di diverse discipline, diventando nel tempo oggetto di riflessione, studio e citazione nelle pratiche visive concettuali, nella letteratura, nella musica pop ma anche in un certo circuito mediatico mainstream e popolare, dove Merda d’artista viene spesso presa a modello delle contraddizioni dell’arte e della società contemporanee.

In realtà, come dimostrato da alcuni recenti studi e come questo stesso convegno veronese intende asseverare, dietro a Merda d’artista sussistono moltissimi significati e svariate implicazioni di natura filosofica e sociologica, oltre che artistica e scientifica. Fra le relatrici e i relatori, infatti, compaiono filosofi, fisici, economisti, curatori e storici dell’arte, provenienti in larga parte da università e accademie italiane ma anche da Canada e Stati Uniti, a indicare la portata internazionale e multidisciplinare dell’opera di Piero Manzoni.

I risultati del convegno saranno pubblicati in un volume in lingua inglese edito da Cambridge Scholars Publishing.

Il convegno, a cura di Luca Bochicchio (docente di Storia delle arti visive nell’età contemporanea all’Università di Verona) e Rosalia Pasqualino di Marineo (direttrice della Fondazione Piero Manzoni), è promosso e finanziato dal Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona e dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano, con il patrocinio del Centro di Ricerca “Rossana Bossaglia” per le Arti Decorative, la Grafica e le Arti dal XVIII al XX secolo, e della Commissione di Ateneo “Contemporanea”. Il convegno, che è aperto al pubblico fino ad esaurimento posti, sarà registrato e successivamente reso disponibile sul sito dell’Università di Verona. 

Convegno Internazionale "Quella scandalosa scatoletta di Piero Manzoni - Merda d’artista (1961)"

ON MERDA D’ARTISTA
Università di Verona

Merda d'artista: all’Università di Verona il primo convegno internazionale sulla controversa opera di Piero Manzoni del 1961

In occasione del sessantesimo anniversario della morte dell’artista Piero Manzoni (Soncino 1933-Milano 1963), il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, con la fondamentale collaborazione della Fondazione Piero Manzoni, organizza un convegno internazionale che si svolgerà venerdì 10 dalle 9.15 alle 18 e sabato 11 marzo dalle 9.30 alle 12.30, nell’aula T1 del polo didattico Giorgio Zanotto in viale Università 4.

Il convegno è dedicato a una delle opere più conosciute e allo stesso tempo controverse e fraintese non soltanto della produzione di Manzoni ma della stessa Storia dell’arte del secondo Novecento. Merda d’artista venne infatti realizzata dall’artista nel maggio 1961: novanta scatolette di latta recanti sull’etichetta, stampata in quattro lingue (italiano, tedesco, francese e inglese), le informazioni sullo sgradevole contenuto: “Merda d’artista, contenuto netto 30 grammi, conservata al naturale”. 

La fortuna di quest’opera è stata per molti versi paradossale: inizialmente quasi ignorata o stigmatizzata dalla critica, il suo messaggio polivalente e stratificato si è riverberato soprattutto fra le più giovani generazioni di artisti di diverse discipline, diventando nel tempo oggetto di riflessione, studio e citazione nelle pratiche visive concettuali, nella letteratura, nella musica pop ma anche in un certo circuito mediatico mainstream e popolare, dove Merda d’artista viene spesso presa a modello delle contraddizioni dell’arte e della società contemporanee.

In realtà, come dimostrato da alcuni recenti studi e come questo stesso convegno veronese intende asseverare, dietro a Merda d’artista sussistono moltissimi significati e svariate implicazioni di natura filosofica e sociologica, oltre che artistica e scientifica. Fra le relatrici e i relatori, infatti, compaiono filosofi, fisici, economisti, curatori e storici dell’arte, provenienti in larga parte da università e accademie italiane ma anche da Canada e Stati Uniti, a indicare la portata internazionale e multidisciplinare dell’opera di Piero Manzoni.

I risultati del convegno saranno pubblicati in un volume in lingua inglese edito da Cambridge Scholars Publishing.

Il convegno, a cura di Luca Bochicchio (docente di Storia delle arti visive nell’età contemporanea all’Università di Verona) e Rosalia Pasqualino di Marineo (direttrice della Fondazione Piero Manzoni), è promosso e finanziato dal Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona e dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano, con il patrocinio del Centro di Ricerca “Rossana Bossaglia” per le Arti Decorative, la Grafica e le Arti dal XVIII al XX secolo, e della Commissione di Ateneo “Contemporanea”. Il convegno, che è aperto al pubblico fino ad esaurimento posti, sarà registrato e successivamente reso disponibile sul sito dell’Università di Verona.