Tra gli eventi dedicati al 60° anniversario della Merda d’artista, la Fondazione Piero Manzoni ha commissionato e prodotto uno spettacolo teatrale dal titolo Dialoghi sulla Merda d’artista, scritto e diretto da Filippo Soldi e con la partecipazione straordinaria del critico d’arte Flaminio Gualdoni.
Le prime due rappresentazioni si sono svolte a Roma nella particolarissima e suggestiva cornice del Teatro di Documenti a Testaccio il 5 e il 6 febbraio 2022, proprio in coincidenza con l’anniversario della scomparsa di Piero Manzoni nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1963.
Lo spettacolo vede il susseguirsi di tre dialoghi immaginari che affrontano temi e suggestioni legati alla Merda d’artista e all’opera di Manzoni con le sue molteplici implicazioni. I due attori Pierluigi Cicchetti e Riccardo Livermore hanno interpretato di volta in volta i diversi protagonisti, alternati a interventi con brevi spunti critici sulla poetica manzoniana di Flaminio Gualdoni.
La musica per lo spettacolo è stata composta da Giacomo Ancillotto, che ha accompagnato dal vivo la serata. Le scene e i costumi sono invece di Carla Ceravolo.
Among the events dedicated to the 60th anniversary of the Artist’s Shit, the Piero Manzoni Foundation commissioned and produced a play entitled Dialogues on the Artist’s Shit, written and directed by Filippo Soldi and with the extraordinary participation of Art Critic Flaminio Gualdoni.
The first two performances held in Rome in the very special and evocative setting of the Teatro di Documenti in Testaccio quarter on February 5 and 6, 2022, precisely to coincide with the anniversary of Piero Manzoni’s death on the night between 5 and 6 February 1963.
The pièce saw the succession of three imaginary dialogues that faced themes and suggestions related to the Artist’s Shit and to Manzoni’s works with its multiple implications. The two actors Pierluigi Cicchetti and Riccardo Livermore played the various protagonists of the dialogues, alternating with brief critical interventions by Flaminio Gualdoni on the Manzonian poetics.
The music for the play is composed by Giacomo Ancillotto, who played live. Sets and costumes are realized by Carla Ceravolo.
Quando Rosalia Pasqualino di Marineo, direttrice della Fondazione Piero Manzoni di Milano, mi chiamò proponendomi di scrivere dialoghi teatrali su Merda d’artista di Piero Manzoni in occasione della ricorrenza dei sessanta anni dalla sua creazione, la mia reazione fu assolutamente duplice: da sempre ammiro e provo simpatia per Piero Manzoni e le sue opere, ma cosa scrivo? E, soprattutto, è mai stato fatto uno spettacolo non su un artista o la sua vita, ma su una singola opera? Cosa facciamo? E come lo facciamo? Quindi, da un lato la curiosità e l’interesse, dall’altro la paura. Forse cogliendo la mia titubanza, Rosalia decide di mandarmi un pacco con materiali di tutti i tipi su Piero Manzoni: libri, foto, gadget. E la ricerca, come sempre, ti fa venire idee (non so se buone, ma te le fa venire sempre). E così, dopo settimane, ecco che mi metto a scrivere. Senza paura, perché tanto non devo rendere conto a nessuno (in realtà non ho ancora pienamente accettato l’incarico, sono ancora in una fase “perlustrativa”). Le implicazioni della famosa Merda d’artista mi appaiono un po’ come i cerchi che un sasso fa nascere sull’acqua: un pensiero ne implica un altro e tutti si allargano sempre di più. Nel 1971 la scatoletta era stata motivo di un’interrogazione parlamentare, ma ve lo immaginate, nelle austere aule del Parlamento, un deputato che si mette a scrivere un’interrogazione sulla Merda d’artista? E poi, sempre leggendo quanto Flaminio Gualdoni scrive sulla scatoletta, ecco che mi vengono in mente due personaggi che con l’opera di Manzoni non c’entrano niente, almeno all’apparenza: San Francesco d’Assisi e il confratello Elia da Cortona in un immaginario dialogo sulla Verna nel 1224. Non c’entrano niente? Non è vero, mi tornano in mente tutte le volte che guardo la copia della scatoletta, tutte le volte che rileggo la frase di Gualdoni sulla scatoletta. C’entrano, eccome se c’entrano. Ancora, la straordinaria parità che Manzoni stabilì tra la sua opera e il valore dell’oro: la Merda d’artista, del peso di 30 gr, veniva venduta in base alle quotazioni auree del momento, al grammo valeva insomma quanto l’oro. I cerchi della scatoletta, questa volta, si allargano fino alla nostra vita di oggi, allo strapotere della finanza e dell’economia. Un’opera che ha compiuto sessant’anni, ma viva più che mai, più protagonista che mai.
Per tutte le foto © Zhen Li
Tra gli eventi dedicati al 60° anniversario della Merda d’artista, la Fondazione Piero Manzoni ha commissionato e prodotto uno spettacolo teatrale dal titolo Dialoghi sulla Merda d’artista, scritto e diretto da Filippo Soldi e con la partecipazione straordinaria del critico d’arte Flaminio Gualdoni.
Le prime due rappresentazioni si sono svolte a Roma nella particolarissima e suggestiva cornice del Teatro di Documenti a Testaccio il 5 e il 6 febbraio 2022, proprio in coincidenza con l’anniversario della scomparsa di Piero Manzoni nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1963.
Lo spettacolo vede il susseguirsi di tre dialoghi immaginari che affrontano temi e suggestioni legati alla Merda d’artista e all’opera di Manzoni con le sue molteplici implicazioni. I due attori Pierluigi Cicchetti e Riccardo Livermore hanno interpretato di volta in volta i diversi protagonisti, alternati a interventi con brevi spunti critici sulla poetica manzoniana di Flaminio Gualdoni.
La musica per lo spettacolo è stata composta da Giacomo Ancillotto, che ha accompagnato dal vivo la serata. Le scene e i costumi sono invece di Carla Ceravolo.
Among the events dedicated to the 60th anniversary of the Artist’s Shit, the Piero Manzoni Foundation commissioned and produced a play entitled Dialogues on the Artist’s Shit, written and directed by Filippo Soldi and with the extraordinary participation of Art Critic Flaminio Gualdoni.
The first two performances held in Rome in the very special and evocative setting of the Teatro di Documenti in Testaccio quarter on February 5 and 6, 2022, precisely to coincide with the anniversary of Piero Manzoni’s death on the night between 5 and 6 February 1963.
The pièce saw the succession of three imaginary dialogues that faced themes and suggestions related to the Artist’s Shit and to Manzoni’s works with its multiple implications. The two actors Pierluigi Cicchetti and Riccardo Livermore played the various protagonists of the dialogues, alternating with brief critical interventions by Flaminio Gualdoni on the Manzonian poetics.
The music for the play is composed by Giacomo Ancillotto, who played live. Sets and costumes are realized by Carla Ceravolo.
Quando Rosalia Pasqualino di Marineo, direttrice della Fondazione Piero Manzoni di Milano, mi chiamò proponendomi di scrivere dialoghi teatrali su Merda d’artista di Piero Manzoni in occasione della ricorrenza dei sessanta anni dalla sua creazione, la mia reazione fu assolutamente duplice: da sempre ammiro e provo simpatia per Piero Manzoni e le sue opere, ma cosa scrivo? E, soprattutto, è mai stato fatto uno spettacolo non su un artista o la sua vita, ma su una singola opera? Cosa facciamo? E come lo facciamo? Quindi, da un lato la curiosità e l’interesse, dall’altro la paura. Forse cogliendo la mia titubanza, Rosalia decide di mandarmi un pacco con materiali di tutti i tipi su Piero Manzoni: libri, foto, gadget. E la ricerca, come sempre, ti fa venire idee (non so se buone, ma te le fa venire sempre). E così, dopo settimane, ecco che mi metto a scrivere. Senza paura, perché tanto non devo rendere conto a nessuno (in realtà non ho ancora pienamente accettato l’incarico, sono ancora in una fase “perlustrativa”). Le implicazioni della famosa Merda d’artista mi appaiono un po’ come i cerchi che un sasso fa nascere sull’acqua: un pensiero ne implica un altro e tutti si allargano sempre di più. Nel 1971 la scatoletta era stata motivo di un’interrogazione parlamentare, ma ve lo immaginate, nelle austere aule del Parlamento, un deputato che si mette a scrivere un’interrogazione sulla Merda d’artista? E poi, sempre leggendo quanto Flaminio Gualdoni scrive sulla scatoletta, ecco che mi vengono in mente due personaggi che con l’opera di Manzoni non c’entrano niente, almeno all’apparenza: San Francesco d’Assisi e il confratello Elia da Cortona in un immaginario dialogo sulla Verna nel 1224. Non c’entrano niente? Non è vero, mi tornano in mente tutte le volte che guardo la copia della scatoletta, tutte le volte che rileggo la frase di Gualdoni sulla scatoletta. C’entrano, eccome se c’entrano. Ancora, la straordinaria parità che Manzoni stabilì tra la sua opera e il valore dell’oro: la Merda d’artista, del peso di 30 gr, veniva venduta in base alle quotazioni auree del momento, al grammo valeva insomma quanto l’oro. I cerchi della scatoletta, questa volta, si allargano fino alla nostra vita di oggi, allo strapotere della finanza e dell’economia. Un’opera che ha compiuto sessant’anni, ma viva più che mai, più protagonista che mai.
Percorso su Piero Manzoni negli spazi del teatro
Flaminio Gualdoni
Dialogo n°1, Pierluigi Cicchetti e Riccardo Livermore
Dialogo n°2, Pierluigi Cicchetti e Riccardo Livermore
Giacomo Ancillotto
Dialogo n°2, Riccardo Livermore e Pierluigi Cicchetti
Dialogo n°3, Riccardo Livermore
Dialogo n°3, Pierluigi Cicchetti
Filippo Soldi
Carla Ceravolo
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