Questo articolo dal tono canzonatorio riprende quello pubblicato da Romano Cattaneo per “Il Borghese” poche settimane prima
Il Caccautore
Bertoldo è lieto di presentare ai suoi lettori uno dei pittori più significativi della nostra epoca: il pittore Piero Manzoni, che per certi versi si ricollega ad altro personaggio, sfortunatamente da tempo defunto: il generale napoleonico Cambronne.
Sia l’uomo d’arme francese che l’artista italiano, infatti, passano alla storia ed alla ammirazione degli uomini per la medesima ragione; l’elaborato, per quanto poco olezzante, frutto dei personali sforzi.
La famosa «parola» cambronniana, stanca d’essere vile materia interessante, nel migliore dei casi, gli addetti alle chiaviche ed i fabbricanti di lassativi, si è trasformata, grazie al giovane Conte Manzoni, in autentica e «sofferta» (il Manzoni soffre talora di stitichezza) materia d’arte.
Riferiamo in sintesi quanto Romano F. Cattaneo ha esposto recentemente sul settimanale “Il Borghese” a proposito del Conte Piero Manzoni la cui ascendenza potrebbe risalire, nientemeno, al grande Alessandro.
Pochi mesi fa ad Albisola, cittadina ligure cara agli ozi estivi e probabilmente in possesso delle caratteristiche che rendono Salsomaggiore l’utile centro di cura di cui tutti sappiamo, il Manzoni ha presentato e messo immediatamente in commercio a lire 30 mila cadauna, una serie di eleganti barattoli il cui contenuto ha lui stesso descritto sulla etichetta a stampa incollata attorno ai medesimi: «Künstlerscheisse», «Merde d’Artiste», «Artist’s Shit», «Merda d’artista».
Seguiva una precisazione, anche essa in quattro lingue poiché, come è noto, l’arte è internazionale e di essa debbono godere tutti i popoli: «Contenuto netto grammi 30 - Conservata al naturale - Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961».
I barattoli erano numerati, come si fa per le edizioni d’arte, da 01 in avanti ed “Il Borghese” riferisce i nomi dei fortunati possessori dei primi e, per conseguenza, più spontanei e morbidi «elaborati» del Manzoni. Il pittore Capogrossi, il critico d’arte francese Pierre Restany, il critico d’arte Matko Mestrovic, lo scultore olandese Gust Romijn, lo scultore Henk Peeters, il pittore Franco Angeli di Roma, il sig. Mario Arcaini, la Galleria Køpcke di Copenhagen, la Galleria dei Giardini (olezzanti) di Milano. In questa Galleria, di proprietà del Signor Luca Scacchi Gracco, individuo misericordiosamente definito stravagante dall’articolista de “Il Borghese”, si può ammirare una piccola collezione di ben 240 grammi (pari a otto barattoli) di «arte» ca...tapultata dal fertile «cervello» del Manzoni.
Per meglio capire le nobili concezioni che dell’arte ha l’aristocratico quanto «diurno» lavoratore del pennello (termine col quale il Nostro definisce l’aggeggio che sosta accanto ad ogni water che si rispetti) sarà bene leggere quanto il geniale caccautore ha scritto, or non è guari, su una rivista stampata, crediamo, su rotoli di carta crespata, da lui stesso diretta:
«Perché», scrive il Manzoni, «preoccuparsi di come collocare una linea in uno spazio?» In realtà, il Manzoni nell’angusto «spazio» ove lavora senza tenere impiegate le mani, non deve certo collocare linee, ma altro. «Ma» prosegue il Conte Manzoni «perché preoccuparsi di stabilire uno spazio, delle limitazioni? Perché?».
E qui, secondo noi, il Manzoni intende annunciare tra le righe la sua intenzione di affrancarsi dallo stretto limite del suo bagno per andare ...a fare l’arte sua nelle aperte campagne della pianura padana, sotto i cieli alti che, come è noto, ispirano al raccoglimento foriero di fruttuosi «sforzi» densi di materia artistica.
Bertoldo, consapevole di vivere in una epoca per molti aspetti degna del contenuto dei barattoli di Piero Manzoni, segnala il caccautore ai suoi lettori ed invia per competenza copia della presente al suo caro nipote Cacasenno affinché cotesto sprovveduto impari non già a «produrre» senno, mercanzia che ormai non interessa a nessuno, ma autentica materia artistica da conservare, inscatolare in gruppi da 30 grammi, al naturale, per venderla a lire trentamila il barattolo.
Francis Earl
in “Bertoldo”, Milano, 30 novembre 1961, p. 11
Questo articolo dal tono canzonatorio riprende quello pubblicato da Romano Cattaneo per “Il Borghese” poche settimane prima
Il Caccautore
Bertoldo è lieto di presentare ai suoi lettori uno dei pittori più significativi della nostra epoca: il pittore Piero Manzoni, che per certi versi si ricollega ad altro personaggio, sfortunatamente da tempo defunto: il generale napoleonico Cambronne.
Sia l’uomo d’arme francese che l’artista italiano, infatti, passano alla storia ed alla ammirazione degli uomini per la medesima ragione; l’elaborato, per quanto poco olezzante, frutto dei personali sforzi.
La famosa «parola» cambronniana, stanca d’essere vile materia interessante, nel migliore dei casi, gli addetti alle chiaviche ed i fabbricanti di lassativi, si è trasformata, grazie al giovane Conte Manzoni, in autentica e «sofferta» (il Manzoni soffre talora di stitichezza) materia d’arte.
Riferiamo in sintesi quanto Romano F. Cattaneo ha esposto recentemente sul settimanale “Il Borghese” a proposito del Conte Piero Manzoni la cui ascendenza potrebbe risalire, nientemeno, al grande Alessandro.
Pochi mesi fa ad Albisola, cittadina ligure cara agli ozi estivi e probabilmente in possesso delle caratteristiche che rendono Salsomaggiore l’utile centro di cura di cui tutti sappiamo, il Manzoni ha presentato e messo immediatamente in commercio a lire 30 mila cadauna, una serie di eleganti barattoli il cui contenuto ha lui stesso descritto sulla etichetta a stampa incollata attorno ai medesimi: «Künstlerscheisse», «Merde d’Artiste», «Artist’s Shit», «Merda d’artista».
Seguiva una precisazione, anche essa in quattro lingue poiché, come è noto, l’arte è internazionale e di essa debbono godere tutti i popoli: «Contenuto netto grammi 30 - Conservata al naturale - Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961».
I barattoli erano numerati, come si fa per le edizioni d’arte, da 01 in avanti ed “Il Borghese” riferisce i nomi dei fortunati possessori dei primi e, per conseguenza, più spontanei e morbidi «elaborati» del Manzoni. Il pittore Capogrossi, il critico d’arte francese Pierre Restany, il critico d’arte Matko Mestrovic, lo scultore olandese Gust Romijn, lo scultore Henk Peeters, il pittore Franco Angeli di Roma, il sig. Mario Arcaini, la Galleria Køpcke di Copenhagen, la Galleria dei Giardini (olezzanti) di Milano. In questa Galleria, di proprietà del Signor Luca Scacchi Gracco, individuo misericordiosamente definito stravagante dall’articolista de “Il Borghese”, si può ammirare una piccola collezione di ben 240 grammi (pari a otto barattoli) di «arte» ca...tapultata dal fertile «cervello» del Manzoni.
Per meglio capire le nobili concezioni che dell’arte ha l’aristocratico quanto «diurno» lavoratore del pennello (termine col quale il Nostro definisce l’aggeggio che sosta accanto ad ogni water che si rispetti) sarà bene leggere quanto il geniale caccautore ha scritto, or non è guari, su una rivista stampata, crediamo, su rotoli di carta crespata, da lui stesso diretta:
«Perché», scrive il Manzoni, «preoccuparsi di come collocare una linea in uno spazio?» In realtà, il Manzoni nell’angusto «spazio» ove lavora senza tenere impiegate le mani, non deve certo collocare linee, ma altro. «Ma» prosegue il Conte Manzoni «perché preoccuparsi di stabilire uno spazio, delle limitazioni? Perché?».
E qui, secondo noi, il Manzoni intende annunciare tra le righe la sua intenzione di affrancarsi dallo stretto limite del suo bagno per andare ...a fare l’arte sua nelle aperte campagne della pianura padana, sotto i cieli alti che, come è noto, ispirano al raccoglimento foriero di fruttuosi «sforzi» densi di materia artistica.
Bertoldo, consapevole di vivere in una epoca per molti aspetti degna del contenuto dei barattoli di Piero Manzoni, segnala il caccautore ai suoi lettori ed invia per competenza copia della presente al suo caro nipote Cacasenno affinché cotesto sprovveduto impari non già a «produrre» senno, mercanzia che ormai non interessa a nessuno, ma autentica materia artistica da conservare, inscatolare in gruppi da 30 grammi, al naturale, per venderla a lire trentamila il barattolo.
Francis Earl
“Bertoldo”, Milano, 30 novembre 1961, p. 11
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